Liberarsi e guarire per mezzo del digiuno-di Suor Emmanuel


Il Digiuno- di Padre Slavko
(documento word)
 

Sette passi per il digiuno


 

 

IL DIGIUNO

di padre Jozo Zovko tratto da "Ecco tua Madre"

 

Messaggio del 25 ottobre 1983 (Messaggio dato al gruppo di preghiera)

Con il digiuno e la preghiera potrete ottenere tutto ciò che chiedete.

 

Fin dall'inizio, la Madonna ha chiesto alla Chiesa il digiuno.

Non desidero analizzare ora il digiuno dei Profeti né il digiuno del Signore e la Sua raccomandazione nel Vangelo. Vi racconterò solamente un avvenimento che spiega bene i frutti del digiuno.

"Tu devi digiunare e pregare...

Voglio raccontarvi quello che è successo ad un uomo che possiede un Hotel in Germania.

Lui aveva interpellato le migliori cliniche, nella speranza di trovare una cura per il figlioche era paralizzato da tre anni. Fu tutto vano. Nessuno gli dette speranza.

Erano gli inizi delle apparizioni, quando quell'uomo, approfittando delle vacanze, venne a Medjugorje con sua moglie e suo figlio. Cercò la veggente Vicka e le disse:

-"Chiedi alla Madonna cosa devo fare perché mio figlio possa guarire".

La veggente presentò la richiesta e poi riferì, come tramite, questa risposta:

-"La Madonna ha detto che devi credere con convinzione e devi anche pregare e digiunare".

La risposta lo lasciò un pò sconcertato. Terminate le vacanze, se ne andò con sua moglie ed il figlio.

Chi poteva digiunare... e perché?...

Dopo un po' di tempo, ritornò a Medjugorje, cercò un'altra veggente e le fece la stessa richiesta.

Anche questa volta, Marija gli rispose da parte della Madonna:

-"La Madonna dice che devi digiunare, credere con fede e pregare

Lui disse alla moglie: Pensavo che mi avrebbe detto qualcosa d'altro. Sono disposto a fare delle donazioni consistenti ai poveri, fare opere di carità, qualsiasi cosa per ottenere la guarigione di nostro figlio... però non a digiunare. Come posso digiunare?...

Così parlava mentre, pieno di tristezza, guardava il figlio e le lacrime cominciavano a scendere dai suoi occhi... Sentì una voce interiore: "Se tu mi ami, come puoi non digiunare?".

In quell'istante, decise nell'intimo del cuore: Sì, posso!

Chiamò sua moglie, che aveva già iniziato il digiuno, e le disse: "Anch'io voglio digiunare!".

Dopo alcuni giorni, tornarono a Medjugorje e mi dissero: "Padre, digiuniamo!". Risposi: "Bravi! Molto bene. Avete trovato la via".

Noi siamo soliti pregare, tutte le sere, per gli ammalati.

Anche quella sera, pregammo e molti guarirono. C'erano anche loro. Però il loro figlio non guarì.

Avevano iniziato la loro conversione, il padre e la madre stavano guarendo...

Messaggio del 4 settembre 1986

Cari figli, vi invito oggi alla preghiera e al digiuno. Sapete, cari figli, che col vostro aiuto io posso fare tutto e costringere satana a non indurvi al male e ad allontanarsi da questo luogo. Satana, cari figli, sta in agguato contro ognuno di voi, soprattutto desidera disturbare tutti nelle cose quotidiane. Perciò vi invito, cari figli, a far sì che la vostra giornata sia solo preghiera e abbandono totale a Dio. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Al termine, uscirono con me dalla chiesa. Ricordo come, in cucina, la madre voleva ancora pregare per il figlio..., lo facemmo! Improvvisamente, lei prese il bambino, lo mise in piedi sul pavimento e gli disse: "Cammina!".

Il figlio incominciò a camminare e poi si ristabilì completamente.

In quel momento, anch'io capii! Vidi chiaramente quello che la Madonna vuole ottenere con il nostro digiuno! Digiunare, non significa castigare se stessi.., Digiunare, significa liberare se stessi... liberare l'amore, la fede, la speranza.., liberare la pace nel proprio cuore... Digiunare, significa prepararsi, con una rinuncia, perché il Signore possa aprirci gli occhi al bene per scoprire nel cuore la vita di Dio, il Volto di Cristo.

Messaggio del 14 agosto 1984
Questa apparizione avvenne inaspettatamente, alla vigilia dell'Assunta. Ivan stava pregando in casa. Poi cominciò a prepararsi per venire in chiesa, alla liturgia serale. Improvvisamente gli apparve la Madonna e gli disse di trasmettere alla gente questo Messaggio:

"Vorrei che la gente in questi giorni pregasse con me. E che preghi il più possibile! Che inoltre digiuni il mercoledì e il venerdì; che ogni giorno reciti almeno il Rosario: i misteri gaudiosi dolorosi e gloriosi". La Madonna ci ha chiesto di accogliere questo Messaggio con ferma volontà. Si è rivolta in particolare ai parrocchiani e ai fedeli dei paesi vicini.

Potenza del digiuno.

Ricordate come in una occasione, gli Apostoli hanno fatto un esorcismo ad un ragazzo senza ottenere risultato (cfr.Mc 9,28-29). Poi, i discepoli hanno domandato al Signore:

-"Perché noi non abbiamo potuto scacciare satana?".

Gesù ha risposto: "Questa specie di demoni si può scacciare solo con la preghiera e il digiuno".

Oggi, c'è tanta distruzione in questa società soggiogata dal dominio del male!

Non ci sono solo la droga, il sesso, l'alcoòl... la guerra. No! Assistiamo anche alla distruzione del corpo, dell'anima, della famiglia... di tutto!

Ma dobbiamo credere che possiamo liberare la nostra città, l'Europa, il mondo, da questi nemici! Possiamo farlo con la fede, con la preghiera e con il digiuno.., con la potenza della benedizione di Dio.

Non si digiuna soltanto astenendosi dal cibo. La Madonna invita a digiunare dal peccato e da tutte quelle cose che hanno creato in noi una dipendenza.

Quante sono le cose che ci tengono in schiavitù!

Il Signore ci sta chiamando e offrendo la grazia, ma sapete che non ci si può liberare quando si vuole. Dobbiamo essere disponibili e prepararci attraverso il sacrificio, la rinuncia, per aprirci alla grazia.

Messaggio del 25 gennaio 2001

Cari figli, oggi vi invito a rinnovare la preghiera e il digiuno con ancora più entusiasmo, affinché la preghiera diventi gioia per voi. Figlioli, chi prega non ha paura del futuro e chi digiuna non ha paura del male. Vi ripeto ancora una volta: solo con la preghiera e il digiuno anche le guerre si possono fermare, le guerre della vostra incredulità e della paura per il futuro. Sono con voi e vi insegno figlioli: in Dio è la vostra pace e la vostra speranza. Per questo avvicinatevi a Dio e mettetelo al primo posto nella vostra vita. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

 


Il digiuno ha due valori

Ha un valore spirituale o mistico, ed ha un valore ordinario o ascetico, che è del tutto sano e comprensibile, ed è appunto l’esercizio adatto a tutti per coltivare il nostro cammino spirituale e giungere, ed arrivare a Cristo nel suo mistero di morte e risurrezione.

Innanzi tutto il digiuno spirituale o mistico che consiste nel digiunare per amore. L’amore che intercorre tra lo sposo e l’amico dello sposo. Gesù stesso dirà: "Possono digiunare gli amici dello sposo finché lo sposo è con loro? Non possono digiunare finché lo sposo è con loro. Verranno i giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno".

Ecco, l’amore che intercorre tra Gesù e i suoi discepoli.

Il digiuno dei cristiani (questo digiuno spirituale o mistico) è sentire la mancanza di Cristo, è sentire il desiderio di Cristo, sia nel suo Regno sia in questa vita.

Il digiuno dei cristiani è quella santa fame di verità, di preghiera, di amore, di giustizia, di esperienza di Dio, che è la caratteristica dello slancio spirituale nella vita dei credenti. È quello che lo distingue dalle altre persone in quanto sente, percepisce la distanza che ancora lo separa da Gesù, ed ha il desiderio di colmare nel più breve tempo possibile questa distanza.

Questo digiuno spirituale o mistico, si comprende anche attraverso il suo opposto, il suo negativo. Come è triste vedere cristiani che, non hanno alcuna fame, alcuna sete di Cristo! Non si sentono digiuni se sono privati della sua parola; … se non si accostano mai all’Eucaristia; … se non lo riconoscono nei fratelli.

Mancando spiritualmente di queste cose dovrebbero (letteralmente) sentirsi morire di fame, e invece sembrano soddisfatti, come se essere privi della Parola, del Corpo di Cristo, della fraternità in Cristo, non fosse la più grande di tutte le povertà, non fosse la perdita fondamentale della vita.

Beati noi, se il nostro digiuno è anzitutto un digiuno spirituale o mistico, se il nostro digiuno è percepire la distanza che ci separa da Gesù Cristo, e quindi è sentire desiderio di Cristo, fame e sete di lui, fame e sete della sua Parola e del suo Corpo sacramentale; fame e sete di trovarlo e di ritrovarlo in tutti coloro nei quali Cristo ci attende.

Beati noi se sentendo la mancanza di Cristo in noi, - lo sposo che non è più con i suoi amici, - si perde la voglia di voler mangiare, e quindi il rifiuto, la rinuncia di qualsiasi piacere corporale.

Questo è il digiuno fatto per amore; questa è l’afflizione gratuita che gli amanti e gli amici di tutti i secoli hanno compreso.

Privati della presenza di Gesù Cristo, di conseguenza rinunciano anche agli alimenti della tavola.

Ma vi è un altro digiuno salutare, che tutti conosciamo, che è il digiuno corporeo, fisico, che è denominato digiuno ascetico, ed ha un valore ordinario, utile per la salute dell’anima e del corpo; a questo digiuno corrispondono diverse motivazioni, a cioè una vasta applicazione e con un po’ di buona volontà possiamo fargli posto nella nostra esperienza quotidiana.

Anzitutto, senza dubbio, lo scopo del digiuno è la carità, è la donazione, che è la pienezza della vita cristiana; quindi l’esercizio della carità è un modo splendido di prepararsi alla Pasqua.

Chiamati a digiunare per i fratelli che hanno fame, perché sottraendo qualcosa a noi, si provveda alle tante e gravi necessità di Nazioni e popoli in povertà. Il motivo caritativo ha, ad esempio, suscitato le grandi collette (raccolte) quaresimali della carità per le missioni, per la fame per i poveri per i terremotati, ecc.

In un mondo segnato dalla miseria, non è giusto esagerare nell’uso del cibo e delle comodità.

Questo digiuno corporale, del cibo o del palato, può riguardare evidentemente i pasti, rinunciando ogni tanto ad un pasto e riducendolo al minimo.

Se però ci pensiamo bene, esso riguarda pure le molte cose voluttuarie cui ci siamo fin troppo abituati da qualche decennio: le tante soste al bar senza un motivo reale, ad esempio; il fumo, i gelati, le riviste, ecc.

I frequenti caffè durante la giornata.

Se in questo campo facciamo qualche rinuncia non ci farà male e ci ricorderemo che stiamo vivendo un cammino con Gesù verso la croce e verso la Pasqua.

Ma questo digiuno corporale, detto ordinario, ascetico, adatto a tutti, è soprattutto un digiuno educativo che porta a frenare i propri impulsi, per metterli in riga e quindi fissare alla natura i suoi giusti limiti.

Chi non sa digiunare, chi non sa negarsi ogni tanto una cosa che si può permettere, non sa neanche negarsi cose proibite. Di conseguenza la sua volontà sarà sempre più debole, fragile, e non essendo rafforzata con le piccole mortificazioni, non avrà la forza di respingere le tentazioni, né di frenare i propri impulsi, né i propri istinti, con il rischio di essere sempre schiavo del peccato.

Chi digiuna, invece, ne riceve i benefici, i frutti.

Il IV Prefazio di Quaresima che reciteremo mette in evidenza questo: loda Dio per i frutti del digiuno e al tempo stesso ricorda a noi la pedagogia cristiana del digiuno ascetico-corporale:

"Con il digiuno Quaresimale

Tu vinci le nostre passioni,

Elevi lo spirito,

Infondi la forza

E doni il premio.

Con il digiuno l’uomo intuisce che, superando certi propri appetiti, certe proprie inclinazioni o istinti, riesce in qualche modo a strapparsi dal loro condizionamento per arrivare a una vita più profonda, più libera, ad una vita più pura.


Il digiuno nella vita della Chiesa

di don Gabriele Mangiarotti

 

Perché il digiuno?

A questa domanda bisogna dare una risposta più ampia e profonda, perché diventi chiaro il rapporto tra il digiuno e la "metanoia", cioè quella trasformazione spirituale, che avvicina l'uomo a Dio. Cercheremo quindi di concentrarci non soltanto sulla pratica dell'astensione dal cibo o dalle bevande - ciò infatti significa "il digiuno" nel senso comune - ma sul significato più profondo di questa pratica che, del resto, può e deve alle volte essere "sostituita" da qualche altra. Il cibo e le bevande sono indispensabili all'uomo per vivere, egli se ne serve e deve servirsene, tuttavia non gli è lecito abusarne sotto qualsiasi forma. La tradizionale astensione dal cibo e dalle bevande ha come fine di introdurre nell'esistenza dell'uomo non soltanto l'equilibrio necessario, ma anche il distacco da quello che si potrebbe definire "atteggiamento consumistico". Tale atteggiamento è divenuto nei nostri tempi una delle caratteristiche della civiltà e in particolare della civiltà occidentale. L'atteggiamento consumistico! L'uomo orientato verso i beni materiali, molteplici beni materiali, molto spesso ne abusa. Non si tratta qui unicamente del cibo e delle bevande. Quando l'uomo è orientato esclusivamente verso il possesso e l'uso di beni materiali, cioè delle cose, allora anche tutta la civiltà viene misurata secondo la quantità e la qualità delle cose che è in grado di fornire all'uomo, e non si misura con il metro adeguato all'uomo. Questa civilizzazione infatti fornisce i beni materiali non soltanto perché servano all'uomo a svolgere le attività creative e utili, ma sempre di più... per soddisfare i sensi, l'eccitazione che ne deriva, il piacere momentaneo, una sempre maggiore molteplicità di sensazioni.
Alle volte si sente dire che l'incremento eccessivo dei mezzi audio-visivi nei paesi ricchi non sempre giova allo sviluppo dell'intelligenza, particolarmente nei bambini; al contrario, talvolta contribuisce a frenarne lo sviluppo. Il bambino vive solo di sensazioni, cerca delle sensazioni sempre nuove... E diventa così, senza rendersene conto, schiavo di questa passione odierna. Saziandosi di sensazioni, rimane spesso intellettualmente passivo; l'intelletto non si apre alla ricerca della verità; la volontà resta vincolata dall'abitudine, alla quale non sa opporsi.
Da ciò risulta che l'uomo contemporaneo deve digiunare, cioè asternersi non soltanto dal cibo o dalle bevande, ma da molti altri mezzi di consumo, di stimolazione, di soddisfazione dei sensi. Digiunare significa astenersi, rinunciare a qualcosa.

Perché rinunciare a qualcosa? Perché privarsene?

Abbiamo già in parte risposto a questo quesito. Tuttavia la risposta non sarà completa, se non ci rendiamo conto che l'uomo è se stesso anche perché riesce a privarsi di qualcosa, perché è capace di dire a se stesso: "no". L'uomo è un essere composto di corpo e di anima. Alcuni scrittori contemporanei presentano questa struttura composta dell'uomo sotto la forma di strati e parlano, ad esempio, di strati esteriori in superficie della nostra personalità, contrapponendoli agli strati in profondità. La nostra vita sembra esser divisa in tali strati e si svolge attraverso di essi. Mentre gli strati superficiali sono legati alla nostra sensualità, gli strati profondi sono espressione invece della spiritualità dell'uomo, cioè: della volontà cosciente, della riflessione, della coscienza, della capacità di vivere i valori superiori.
Questa immagine della struttura della personalità umana può servire a comprendere il significato del digiuno per l'uomo. Non si tratta qui solamente del significato religioso, ma di un significato che si esprime attraverso la cosiddetta "organizzazione" dell'uomo come soggetto-persona. L'uomo si sviluppa regolarmente, quando gli strati più profondi della sua personalità trovano una sufficiente espressione, quando l'ambito dei suoi interessi e delle sue aspirazioni non si limita soltanto agli strati esteriori e superficiali, connessi con la sensualità umana. Per agevolare un tale sviluppo, dobbiamo alle volte consapevolmente distaccarci da ciò che serve a soddisfare la sensualità, vale a dire, da quegli strati esteriori superficiali. Quindi dobbiamo rinunciare a tutto ciò che li "alimenta".
Ecco, in breve, l'interpretazione del digiuno al giorno d'oggi.

La rinuncia alle sensazioni, agli stimoli, ai piaceri e anche al cibo o alle bevande, non è fine a se stessa. Essa deve soltanto, per così dire, spianare la strada per contenuti più profondi, di cui "si alimenta" l'uomo interiore. Tale rinuncia, tale mortificazione deve servire a creare nell'uomo le condizioni per poter vivere i valori superiori, di cui egli è, a suo modo, "affamato".
Ecco, il "pieno" significato del digiuno nel linguaggio di oggi. Tuttavia, quando leggiamo gli autori cristiani dell'antichità o i Padri della Chiesa, troviamo in loro la stessa verità, spesso espressa con linguaggio così "attuale" che ci sorprende. Dice, per esempio, san Pietro Crisologo: "Il digiuno è pace del corpo, forza delle menti, vigore delle anime" ("Sermo" VII: "De Jejunio", 3), e ancora: "Il digiuno è il timone della vita umana e regge l'intera nave del nostro corpo".
E sant'Ambrogio risponde così alle eventuali obiezioni contro il digiuno: "La carne, per la sua condizione mortale, ha alcune sue concupiscenze proprie: nei loro confronti ti è stato concesso il diritto di freno. La tua carne è sotto di te: non seguire le sollecitazioni della carne fino alle cose illecite, ma frenale alquanto anche per quanto riguarda quelle lecite. Infatti, chi non si astiene da nessuna delle cose lecite, è prossimo pure a quelle illecite" (S. Ambrogio, "Sermo de utilitate jejunii", III. V. VII). Anche scrittori non appartenenti al cristianesimo dichiarano la stessa verità. Questa verità è di portata universale. Fa parte della saggezza universale della vita.

E' ora certamente più facile per noi comprendere il perché Cristo Signore e la Chiesa uniscano il richiamo al digiuno con la penitenza, cioè con la conversione. Per convertirci a Dio, è necessario scoprire in noi stessi quello che ci rende sensibili a quanto appartiene a Dio, dunque: i contenuti spirituali, i valori superiori, che parlano al nostro intelletto, alla nostra coscienza, al nostro "cuore" (secondo il linguaggio biblico). Per aprirsi a questi contenuti spirituali, a questi valori, bisogna distaccarsi da quanto serve soltanto al consumismo, alla soddisfazione dei sensi. Nell'apertura della nostra personalità umana a Dio, il digiuno - inteso sia nel modo "tradizionale" che "attuale" - deve andare di pari passo con la preghiera perché essa ci dirige direttamente verso lui.
D'altronde il digiuno, cioè la mortificazione dei sensi, il dominio del corpo, conferiscono alla preghiera una maggiore efficacia, che l'uomo scopre in se stesso. Scopre infatti che è "diverso", che è più "padrone di se stesso", che è divenuto interiormente libero. E se ne rende conto in quanto la conversione e l'incontro con Dio, attraverso la preghiera, fruttificano in lui.


I discepoli e il digiuno



 

 

 

 

        

Maria Regina della Pace, prega per noi!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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