SULLA
CASTITA'
Amici,
voglio con voi riflettere sul senso della vita, sulla gravità
del peccato e sulle sue catastrofiche e devastanti conseguenze.
E’ proprio vero, quando non c’è Dio nella propria
vita, il demonio fa da padrone e tiranno! Non potremo mai
capire completamente, se non sotto l’azione dello Spirito
Santo, quali sono le ferite mortali che la lontananza da
Dio, e quindi una vita di peccato, arreca all’anima. Quando
il sole dell’Amore divino non riscalda ed illumina più
un’anima, il freddo e le tenebre dell’oblio catturano il
cuore derubandolo del suo vitale sostentamento e conducendolo
sempre più all’odio profondo verso Dio, verso gli
altri e verso sé stessi, un vero e proprio anticipo
dell’inferno! Il peccato, spesso, si presenta come un bene,
appetitoso e suadente, che ha lo scopo di distoglierci dalla
Volontà di Dio e dalla Sua legge eterna, facendoci
concentrare l’attenzione sul piacere immediato che può
darci, sull’appagamento sicuro dei sensi; magari è
anche umanamente giustificato come una condizione necessaria
per affrontare certe situazioni.. Oggi è molto diffusa
la convinzione che il cambiamento delle condizioni e delle
esigenze della vita umana comporta un cambiamento dei criteri
morali; cioè invece di modellare la propria vita
in base ai criteri morali, si modellano i criteri morali
in base al modo di vivere! Quindi per evitare di combattere
il male, si nega che il m ale sia m ale! Approfitto di questo
argomento per lanciare una provocazione, il cui unico scopo
è quello di scuotere, chiarire ed approfondire alla
luce della Parola e della Legge di Dio, delle situazioni
di vita che oggi particolarmente sono molto presenti attorno
a noi, e forse anche in mezzo a noi. Mi riferisco al dilagare
dei rapporti prematrimoniali, fidanzamenti oltrem odo lunghissimi
che, non di rado, finiscono di esistere, cambiamenti repentini
di “partner”, immaturità nell’affrontare un serio
camm ino di coppia che sfoci nel matrimonio, di gestire
un rapporto di coppia proteso verso il futuro, incapacità
di essere fedeli prima e dopo il matrimonio, divorzi, separazioni,
ecc… ecc…. Perché tutto questo? Secondo voi è
possibile attribuire ai rapporti prematrimoniali la causa
principale di questa piaga che, come una lebbra devastante,
attecchisce nelle nuove generazioni con forza sempre più
crescente? Io ne sono particolarmente convinto, e penso
anche che il fidanzamento sia un tempo di grazia per la
coppia, e che nel fidanzamento si gettano le fondamenta
per la costruzione del matrimonio. Bisogna vedere dove si
edifica, però! Mi viene in mente quel passo che dice:
<< la pietra scartata dai costruttori è diventata
testata d’angolo!>>(At, 4-11) Senza quella Pietra,
tutto è possibile costruire, ma tutto è destinato
a crollare! Se si costruisce il proprio fidanzamento e poi
il matrimonio sulla legge di Dio, si è sicuri della
Sua benedizione e della Sua protezione da tutti quei mali
che attentano alla vita della fam iglia, quali il divorzio,
l’aborto, l’uso di contraccettivi e anche la stessa situazione
morale della coppia ne avverte i benefici. Oggi non pochi
cristiani tralasciano l’esercizio della castità,
ritenendolo orm ai superato e criticando la Chiesa come
retrograda e inattuale. La tendenza del nostro tempo consiste
nel ritenere la lussuria una tendenza naturale della carne
e non una sua deviazione. Non mancano esimi psicologi e
dottori ad esaltare le qualità terapeutiche della
masturbazione e della fornicazione! La lussuria è
un male che debilita l’uomo spiritualmente, moralmente,
psicologicamente, fisicam ente e lo rende schiavo del desiderio
impuro. San Tommaso d’Aquino, dice che il disordine sessuale
provoca danni alle facoltà mentali dell’uomo. Nella
Summa Teologica, san Tommaso argomenta così:
"Poiché
nella lussuria gli istinti del corpo lottano potentemente
contro le facoltà dell’anima, quando gli istinti
inferiori vincono, le facoltà superiori (la ragione
e la volontà) restano molto scompigliate, e quindi
ne derivano come figlie della lussuria la cecità
di mente, la sconsideratezza, la precipitazione e l’incostanza
nel giudizio (per quanto riguarda l’intelletto); l’amore
di sé stessi, l’odio di Dio, l’amore per la vita
presente e l’orrore per quella futura (per quanto riguarda
la volontà)."
Solo
una vita di grazia autentica ci permette di lasciare una
vita di schiavitù per la vera libertà, libertà
e dominio sui propri istinti, e imparare la fedeltà
attraverso l’esercizio della castità. La castità
unita all’umiltà è la base della virtù
della fortezza. Solo con la castità si impara a conoscere
chi è veramente la persona che abbiamo a fianco,
si impara a discernere la Volontà di Dio dalla propria,
a valutare con libertà se è possibile compiere
la volontà e il progetto di Dio con quella persona,
a crescere e fortificarsi per le tentazioni che verranno.
La castità ci insegna ad amare veramente, vince l’egoismo,
è un mezzo per conquistare la propria libertà,
rafforza la nostra personalità, prepara l’uomo a
vivere e a donare la vita per gli altri: in un certo senso
lo prepara per la costruzione della famiglia. L’uomo casto
è affidabile, moralmente maturo, capace di grandi
conquiste nel campo morale. Tutti siamo chiamati alla castità,
anche gli sposi: infatti la castità matrimoniale
non vuol dire astinenza, ma significa avere rapporti casti,
cioè puri, nella piena Volontà di Dio, salvaguardando
sempre i due aspetti fondamentali dell’atto sessuale: l’aspetto
unitivo e quello procreativo, aspetti che non si scontrano
con l’esigenza di una maternità e paternità
responsabile. Iddio, nella Sua infinita sapienza, ha creato
la donna con un suo ciclo di fertilità ed infertilità
facilmente riconoscibile (attraverso i metodi naturali,
come il metodo Billings), per cui si può decidere
responsabilmente se e quando avere rapporti all’interno
di questo ciclo. La castità per coloro che non sono
sposati, ovviamente significa astinenza. Vivere la castità
vuol dire vivere santamente il proprio stato di vita, attingendo
forza dai sacramenti, dalla Parola di Dio e dal sacrificio
di Gesù sulla croce. Penso che tutti i problemi di
coppia sarebbero di gran lunga ridotti se si imparasse a
vincere i propri istinti sessuali che, se non sono governati
con saggezza, portano i loro velenosi frutti a livello individuale,
di coppia e anche a livello sociale, con il dilagare della
pornografia, della prostituzione, e le loro perverse ramificazioni
come l’omosessualità, la pedofilia, la violenza,
l’odio profondo verso tutto e tutti. Non penso di esagerare,
ne sono pienamente convinto, anzi ritengo che la castità
sia una delle virtù fondam entali per la costruzione
del regno di Dio sulla terra, per una autentica testimonianza
cristiana di fede e per la diffusione di quella pace per
la quale tanto la Madonna ci raccomanda di pregare, pace
che il mondo non conosce perché frutto della risposta
dell’uomo all’invito di Dio alla santificazione. Riscopriamo
il valore della castità e non spaventiamoci di proporlo
ai nostri amici come mezzo di crescita, di piena libertà,
di fondamento sicuro per la costruzione di una famiglia
sana e santa, in un futuro di pace. E’ necessario chiarire,
per una maggiore edificazione dell’argomento trattato, che
quando si parla della gravità dei peccati in generale,
e in particolare di quelli contro la castità, ci
si riferisce solo alla natura dell’atto preso in sé
per sé, cioè alla sua oggettiva difform ità
dalla legge di Dio; altro è il discorso sulle condizioni
soggettive, cioè sul grado di consapevolezza e di
libertà di colui che commette il peccato. Quindi
ogni valutazione si riferisce all’aspetto oggettivo, alla
“materia” dell’atto, e non alle condizioni soggettive con
cui esso è compiuto: infatti, perché una colpa
sia mortale, oltre alla gravità in sé della
materia, sono necessari la piena avvertenza, cioè
la consapevolezza di ciò che si sta facendo, e il
deliberato consenso, cioè la libera decisione della
volontà di compiere il male. Il grado di consapevolezza
e di libertà con cui si compie un’azione grave può
variare da caso a caso, dunque anche il grado di colpevolezza
varia da persona a persona, per cui, per evitare di cadere
nel tranello del giudizio verso i nostri fratelli, occorre
ricordare che solo Dio legge in fondo al cuore delle persone.
Tuttavia, poiché normalmente ogni persona ha la percezione
del bene e del male, per la presenza della legge di Dio
inscritta nel cuore di ognuno, giustificare un’azione come
compiuta inconsapevolmente e involontariamente, significa
fare torto alla libertà delle persone. La posizione
della Chiesa, e quindi del cristiano, nel definire la sessualità
è molto equilibrata: se da una parte non la demonizza,
dall’altra finalizza l’uso della sessualità al progetto
di Dio, considerando peccato ogni uso della sessualità
fuori dal matrimonio e l’uso di contraccettivi all’interno
del matrimonio. Ho assistito, con molta amarezza, allo sfacelo
di tante famiglie amiche, vittime dell’orgoglio, della vanità,
della lussuria, della mancanza di perdono… L’uomo senza
Dio è una porta aperta, senza protezione. Ci si avvicina
sempre di più al tempo in cui o sei con Dio pienamente,
o non vieni risparmiato dalla scure mortale di satana! Non
basta andare a Messa la domenica e pregare ogni tanto per
essere preservati dal baratro della morte, occorre consacrarsi
quotidianamente, non lasciar passare un giorno senza nutrirsi
dell’Amore di Dio , della Sua Parola, del Suo Corpo e del
Suo Sangue, dare ogni giorno il nostro Sì a Lui,
chiedendo il dono della Sapienza con cui scoprire le tattiche
dell’astuta serpe che, senza che ce ne accorgiam o, aspetta
una nostra distrazione, uno sguardo impuro, un desiderio
disordinato per imprimere violentemente il suo marchio di
proprietà nelle nostre anime! Riguardo, poi, ai vari
modi di seguire il Signore, penso che Dio non faccia differenza
tra le vocazioni: tutte le vocazioni sono sante perché
provengono da Dio. La vocazione è un mezzo di santità,
non il fine. La fedeltà alla nostra vocazione ci
rende santi, non la scelta della vocazione. Avete mai pensato
al fatto che nessuno dei veggenti di Medjugorje abbia scelto
la vita religiosa, nonostante vedano la Madonna da più
di 20 anni, a differenza degli episodi di Lourdes e di Fatima
in cui sia Bernadette sia Lucia hanno scelto la vita consacrata?
La cosa fa’ riflettere molto… Nella loro libertà
hanno scelto ciò che Dio chiedeva loro, senza prediligere
un tipo di vita rispetto ad un altro, l’importante è
fare la Volontà di Dio: nel loro caso significava
testimoniare, in un mondo in cui la famiglia è corrotta,
divisa, incapace di accogliere la vita per la paura del
futuro, che è possibile costruire una famiglia nella
fede, nella purezza, nell’accettazione coraggiosa dei figli
- doni di Dio- , nella fiducia nella Divina Provvidenza,
e nella visione di un futuro carico di speranza, di gioia,
di pace, fortificata dalla preghiera e dal digiuno. Penso
e sono convinto che chi decide di consacrarsi senza avere
la vocazione religiosa fa’ gravi danni a sé stesso
e alla Chiesa. La stessa cosa dicasi per chi sceglie il
matrimonio. Solo un sano discernimento, una vita di preghiera,
una buona guida spirituale, una capacità di ascolto
interiore, è in grado di delineare le coordinate
di una sana, libera e realizzante scelta vocazionale.