IL
DONO DELLA GUARIGIONE
Amici,
vorrei
fare una riflessione sulla nostra preghiera per la sofferenza.
La
mia ancor breve esperienza in una comunità carismatica
mi ha portato a rivedere quelle convinzioni comuni sulla
croce, sulla malattia fisica e spirituale, che influiscono
sulla nostra fede e sul tipo di preghiera che rivolgiamo
a Dio.
Ho
potuto sperimentare, infatti, che Gesù vuole guarirci
sempre e ci vuole sani nello spirito e nel corpo, perchè
possiamo annunciare il suo amore anche agli altri.
Oggi
molti cristiani pensano che Dio ami particolarmente la sofferenza
al punto da sceglierla per i suoi figli, perchè Lui
sia glorificato nel loro dolore.
Gesù,
nel Vangelo, non ha mai rimandato a mani vuote un ammalato
dicendogli che non lo guariva perchè la sua malattia
dava gloria al Padre Suo!
Al
contrario, Gesù dava gloria a Dio guarendo tutti
gli ammalati che incontrava.
Un
tempo si pensava che per raggiungere la santità si
doveva disprezzare la "materia" al punto da ricercare
mortificazioni, considerando il corpo come un carcere che
imprigionava l'anima ostacolandone la crescita spirituale,
e non come un dono di Dio e come tempio dello Spirito Santo.
Questa
corrente di pensiero ha influito nella Chiesa affievolendo
il ministero di guarigione che Gesù ha esercitato
pienamente e ha affidato non solo ai suoi discepoli, ma
a chiunque creda in Lui (cioè sacerdoti e laici):
«E
questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono:
nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove,
imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
(Mc 16, 17-18)
Certamente
ci sono delle sofferenze mandate da Dio per uno scopo ben
preciso, ma sono casi rari che sono riconoscibili perchè
presentano delle caratteristiche evidenti: la pace e la
gioia dell'ammalato, e un amore particolare molto grande
verso Dio. La veggente Vicka, per esempio, ha avuto in regalo
diversi tumori dalla Madonna, e lei li ha accolti con amore
e con una pace indescrivibili.
Ma
la maggior parte delle sofferenze non viene da Dio, il quale
vuole guarirci e desidera che noi con fede chiediamo a Lui
la guarigione.
Con
la discesa dello Spirito Santo a Pentecoste si è
inaugurato l'inizio delle grandi cose che Dio avrebbe compiuto
attraverso i cristiani, Suo Corpo mistico.
Usare
i carismi dello Spirito era cosa abbastanza comune ai primi
tempi della Chiesa, gli Atti degli apostoli sono pieni di
segni e prodigi che non solo gli apostoli compivano ma anche
tutti quelli che erano investiti di potenza dall'alto.
San
Paolo ci invita ad aspirare ai carismi più grandi
con al vertice la Carità, e ad essere desiderosi
dei doni dello Spirito, non per la nostra vanagloria, ma
per essere testimoni e annunciare la potenza di resurrezione
di Gesù, che continua ad operare attraverso la fede
di coloro che credono in Lui.
E
poi, cosa è successo?
Si
è affievolita la potenza dello Spirito Santo?
Lo
Spirito Santo non è più lo stesso che operava
i prodigi all'inizio della Chiesa?
O
forse, cosa più probabile, si è affievolita
la nostra fede, nascondendo la nostra incredulità
dietro il concetto che la malattia rende gloria a Dio e
che dobbiamo accettarla senza chiederne la guarigione con
fiducia?
Oggi
c'è una incredulità personale, sociale ed
ecclesiale, che rende impossibile il manifestarsi della
potenza dello Spirito Santo.
Il
fatto è che noi crediamo che Dio guarisce ed è
potente, ma stentiamo a credere che possa e voglia guarire
noi, o attraverso di noi.
Quante
volte Gesù nel Vangelo rimprovera per la poca fede,
ci invita ad avere più fede, come presupposto senza
il quale la potenza di Dio è paralizzata e bloccata:
<<Per
questo vi dico: tutto quello che domandate nella preghiera,
abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato.>>(Mc
11,24)
<<....E
non fece molti miracoli a causa della loro incredulità.>>(Mt
13,58)
La
Chiesa voluta da Gesù, cioè tutto il popolo
di battezzati, non è vera Chiesa se non è
Carismatica, oltre che istituzionale.
Non
dobbiamo temere di chiedere a Dio i carismi per esercitarli
all'interno della Chiesa con Carità e a lode e gloria
di Dio.
Dobbiamo
tornare ad essere torrenti in piena nelle mani di Dio. Gli
apostoli lo sono stati, perchè noi no?
Dobbiamo
osare oltre le nostre certezze, Dio non ci vuole tiepidi,
dobbiamo crescere nella fede in Lui, ciecamente credere
che la Sua potenza di liberazione e di guarigione vuole
invadere noi e i nostri fratelli.
Noi
assistiamo a poche guarigioni a causa della nostra incredulità.
Preghiamo,
ma siamo "increduli".
I
carismi non sono solo le qualità umane che spiccano
in una persona, sono doni visibili di Dio, che Dio vuole
dare a tutti, in realtà nel Battesimo li abbiamo
ricevuti tutti, ma non sono sviluppati, perchè non
li esercitiamo.
Riscopriamo
di essere un popolo di sacerdoti, profeti e Re, (perchè
grazie al battesimo siamo incorporati nel sacerdozio profetico
e regale di Gesù), riscopriamo la grandezza dei doni
che abbiamo ricevuto, esercitiamo anzitutto la capacità
di ascolto di Dio, con una vita interiore radicata nel Suo
Amore, con i sacramenti, con la fede che smuove le montagne,
e così saremo spettatori delle grandi opere di salvezza
che Dio vuole e attende di riversare abbondantemente su
di noi e sul mondo, perchè ci vuole liberati, guariti,
forti nel Suo Amore, testimoni autentici, degni della vita
che predichiamo.
Non
si tratta di essere esorcisti o guaritori, ma di sviluppare
in noi i carismi di liberazione e di guarigione che si realizzano
nella Carità, cioè nella vita di grazia, nella
comunione d'amore con Dio, personale e comunitaria.
Quando
vedremo i prodigi del Signore saremo anche capaci di lodare
nelle lingue il Signore, di esultare nello spirito, e vedremo
la morte convertirsi in vita, e la vittoria del Signore
trionfare su tutte le situazioni di morte che Egli attende
di vincere per la nostra fede in Lui.
La
guarigione più importante, tuttavia, è quella
spirituale, perchè l'obiettivo della nostra vita
è raggiungere il Paradiso e liberarci da tutta quella
zavorra interiore che ci impedisce di "prendere il
volo" sulle ali dello Spirito.
Le
conversioni sono vere guarigioni interiori a cui fanno seguito
anche le guarigioni della psiche, della memoria ferita,
dei sensi di colpa, del senso di indegnità, e di
tutte quelle forme di schiavitù interiore che impediscono
un vero e proprio rapporto di gioia con il Signore e di
fiducia nei confronti della vita, nonostante i vari imprevisti
che possono accadere.
Tuttavia
non dobbiamo nemmeno credere che la guarigione fisica sia
da meno, perchè attraverso di essa il Signore manifesta
la sua gloria.
Voglio
riportare ciò che disse Gesù prima di guarire
il cieco nato:
Egli
(il cieco) è così perché si manifestassero
in lui le opere di Dio. Dobbiamo compiere le opere di colui
che mi ha mandato ...(Gv 9,4)
Significa
che il bene che Dio ricava da una guarigione si manifesta
attraverso la conversione non solo di chi riceve la guarigione,
ma anche di quelli che assistono, se hanno il cuore aperto.
Il
Signore desidera guarirci, anche se non possiamo sapere
in che modo e quando opererà la sua guarigione, e
desidera al tempo stesso che noi ci abbandoniamo totalmente
a Lui, senza temere di osare, senza paura di chiedere con
fede.
Gli
eventi negativi che accadono non sempre Dio li vuole, ma
li permette perchè attraverso quelle situazioni Lui
vuole raggiungere i suoi obiettivi redentivi manifestando
la sua potenza.
Da
qualche tempo sono impegnato nel ministero di preghiera
carismatica e devo confessarvi che quando preghiamo per
qualcuno, il Signore ci spiazza tutti perchè prima
di tutto vuol far comprendere a noi e a quella persona quanto
è grande il Suo amore e la sua misericordia, grazie
a cui il blocco di rancore presente in quella persona viene
letteralmente sciolto in pianti liberatori.
Ecco
perchè è necessario "perdonare Dio"
per ciò che di negativo ci accade, perchè
inconsciamente diamo la colpa a Dio per la nostra infermità
che il Signore, nonostante le preghiere, tarda a guarire,
o per aver permesso il realizzarsi di certi eventi negativi.
(Perdonare
Dio significa liberarci dal rancore inconsapevole che nutriamo
verso Dio).
E
così pensiamo che più tempo passa, più
il Signore ci vuole lasciare nell'infermità, e spesso,
siamo indotti a pensare che Dio permette questo perchè
non ci ama e non ci vuole guarire, e allora reagiamo con
astio nei Suoi confronti, nutrendo (sempre inconsciamente)
rancore verso Dio.
E'
sconvolgente assistere alla vittoria dell'amore di Dio su
queste persone che, durante la preghiera, dopo un lotta
interiore in cui non permettono a Dio di entrare, ne restano
sedotti e si lasciano vincere dall'impetuosità del
fuoco del Suo Amore, abbandonandosi in gemiti di pianto.
La
cosa più incredibile è che queste persone
arrivano a questo stato nonostante avessero una vita spirituale
e sacramentale.
Da
queste esperienze ho capito che per quanto noi affermiamo
di amare Dio, tuttavia esistono delle aree nascoste del
nostro cuore che Lo ostacolano e si ribellano a Dio, cioè
delle parti del cuore dominate ancora da Satana, e guarda
caso, sono quelle aree del cuore che sono ferite a causa
di eventi particolarmente dolorosi e che ci condizionano
provocando alterazioni del cambiamento di umore, instabilità
interiore, alti e bassi, incapacità di amare noi
stessi e i fratelli, facilità nel giudicare, incostanza
nel cammino spirituale, inutili sensi di colpa, ecc... ecc...
Dobbiamo
chiedere allo Spirito Santo di mostrarci i modi in cui satana
esercita un potere nella nostra vita, perchè possiamo
portarli davanti alla croce di Cristo affinché Lui
venga a sanare, a guarire e a liberare.