Il discorso del "Castigo di Dio"
è molto complesso e affonda le sue radici nell'Antico
Testamento, cioè in un epoca storica in cui l'Amore
del Padre non si era ancora pienamente rivelato nella Persona
e nel Sacrificio del Figlio Gesù.
Non possiamo comprendere pienamente la "misericordia
di Dio" tipicamente evangelica e neo-testamentaria,
senza approfondire il concetto di "giustizia di Dio"
presente nell'Antico Testamento, sviluppato e svelato in
pienezza nel Nuovo.
Tutta la storia dell'umanità è scandita da
vari percorsi e da rivelazioni di Dio che manifestano il
desiderio di Dio stesso di salvare l'uomo dalla strada di
peccato che aveva intrapreso col peccato originale.
Ecco, non si può parlare di castigo senza far riferimento
al peccato, al male, all'accoglienza da parte dell'uomo
di un cammino di vita lontano dall'amore e dalla legge di
Dio, cammino proposto instancabilmente dal nemico di Dio
e dell'uomo.
Anzitutto è bene fare chiarezza sul concetto di CASTIGO,
sul suo significato originario. Il termine CASTIGO deriva
dal latino: <<Castum agere>> e significa <<rendere
puro, casto, purificare>>. Il castigo ha assunto nella
lingua parlata dei significati diversi da quello originario,
per questo c'è molta confusione al riguardo.
La disobbedienza all'ammonimento del Signore nell'Eden,
circa il divieto di mangiare dell'albero proibito, aveva
come conseguenza la morte dell'uomo, cioè l'uomo
si sarebbe da solo messo in condizione di trovarsi di fronte
alle conseguenze delle sue scelte. La morte che derivava
dalla disobbedienza originale non era il castigo di Dio
per il peccato, dunque, ma la libera conseguenza dell'uso
della libertà dell'uomo.
Eccoci arrivati al dunque: il castigo è una permissione
divina di un male che è frutto delle scelte libere
dell'uomo e, al tempo stesso, un mezzo di purificazione
e redenzione che Dio usa per convertire l'uomo.
Dio purifica o "castiga" l'uomo attraverso le
conseguenze funeste del peccato dell'uomo stesso.
Facendo esperienza dell'eredità del peccato, l'uomo
si rende conto (o meglio si dovrebbe rendere conto) di quanto
squallida e mortale sia la scelta di abbandonare Dio e le
sue Leggi d'amore, per rientrare in sè e accostarsi
con umiltà e pentimento ai piedi della croce.
Quelle tremende parole di Gesù: <<Se non vi
convertite perirete tutti allo stesso modo..>> (Lc
13,3) non sono minacce per l'uomo che non crede, ma profezie
di eventi che accadranno sicuramente a coloro che non si
convertiranno, perchè andranno incontro volontariamente
alla morte della loro anima.
L'inferno è una scelta dell'uomo non un castigo di
Dio, ma è al tempo stesso il Giudizio di Dio verso
il peccatore impenitente... o meglio la conseguenza del
suo determinato rifiuto all'amore e alla misericordia di
Dio.
L'aspetto misericordioso di Dio, non si scontra minimamente
con quello di Giustizia, anzi, il castigo è un atto
di misericordia di Dio che vuole la nostra salvezza, a tutti
i costi, non una vendetta per il nostro comportamento.
<<Il castigo che ci dà salvezza si è
abbattuto su di Lui, per le Sue piaghe siamo stati guariti>>
dice Isaia (53,5) riferito al Servo di Javhé che
sarà prostrato con dolori al nostro posto. Il castigo
dà salvezza, perchè purifica e monda dai peccati.
Come la Passione di Cristo e la sua morte hanno purificato
e redento il mondo, così anche la nostra partecipazione
alle Sue sofferenze, contribuisce, nell'economia della salvezza,
alla redenzione e purificazione delle anime.
Dopo il peccato originale è avvenuto uno sconvolgimento
totale della creazione, per cui tutto ciò che accade
attraverso calamità naturali ha origine da questo
sconvolgimento originario, ma voglio farvi leggere cosa
ne pensa san Paolo al riguardo, nella lettera ai Romani:
La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione
dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa
alla caducità - non per suo volere, ma per volere
di colui che l'ha sottomessa - e nutre la speranza di essere
lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione,
per entrare nella libertà della gloria dei figli
di Dio. Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme
e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è
la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello
Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli,
la redenzione del nostro corpo. (Rm 8,19-23).
Dire che tutti i disastri naturali hanno origine dal male,
e vedere in ciò solo il "male" è
un'affermazione incompleta, perchè Dio ha l'assoluto
controllo degli avvenimenti, e tutto ordina per la realizzazione
del Suo progetto di salvezza, così come ha previsto
la passione e morte del Suo Figlio, grazie alla quale noi
tutti abbiamo avuto grazia su grazia; il rischio è
di non comprendere gli avvenimenti secondo la Sapienza di
Dio, ma dare più importanza al demonio facendolo
diventare "onnipotente".
La Madonna, a La Salette e a Medjugorje (i 10 segreti),
non fa altro che rivelare il futuro dell'uomo lontano da
Dio: il castigo, cioè quel sistema pedagogico di
Dio finalizzato alla conversione e alla consapevolezza,
da parte dell'uomo, di quanto il peccato possa produrre
effetti devastanti e distruttivi.
Per concludere, amici, tutte le profezie sono revocabili,
cioè Dio può decidere di non "castigare"
(cioè purificare) il mondo a patto che si converta
e che ritorni a Dio, perchè la conversione costituisce
già in sè una sorta di purificazione; ma,
purtroppo, il mondo è lontano dalla conversione,
e la realizzazione dei 10 segreti è alle porte, per
cui se l'uomo non vuole ascoltare il linguaggio dell'amore,
Dio sarà costretto ad usare quello del dolore.
Di fronte a questi avvenimenti la Madonna ci offre un asilo
sicuro e protetto: il Suo Cuore Immacolato, dunque, il cristiano
deve guardare al futuro con gli occhi della speranza, certo
della realizzazione della promessa del Trionfo di Dio nel
mondo.