ESISTE UN VOTO CATTOLICO?
I preti fan di Pisapia tifano per gli abortisti
Articolo
di Stefano Filippi
Don Colmegna, direttore della Casa della Carità, fa il militante
e invita a votare per il candidato della sinistra E
l’arcivescovo Tettamanzi, negli appelli agli elettori, tace sui
valori non negoziabili calpestati dal vendoliano
Si sa che cosa pensa Giuliano Pisapia in materia di coppie di
fatto, aborto, liberalizzazione delle droghe, legalizzazione
dell’eutanasia. Delle ultime due parlano le sue iniziative
quand’era parlamentare comunista; per le faccende familiari o
pseudo tali fa testo il suo programma da aspirante sindaco.
Il candidato del centrosinistra si riferisce a «famiglie
plurali», prevede di stabilire «parità di diritti e doveri per
tutte le comunità affettive e di vita che vogliano essere
riconosciute dall’amministrazione comunale (casa, assistenza,
scuola, cultura, sport)» e intende riconoscere formalmente con
un Registro delle unioni civili tutte le «forme di legami
stabili e durature estranee all’istituto del matrimonio,
contrastando ogni discriminazione, in particolare relativa agli
orientamenti sessuali». Quindi sono comprese le coppie gay.
Quanto all’aborto, Pisapia garantirà «il diritto all’assistenza»
anche alle adolescenti.
Sono propositi difficilmente accettabili per un cattolico che
voglia rispettare i «princìpi non negoziabili in politica»
sanciti dalla dottrina sociale della Chiesa e ribaditi più volte
dai papi: in particolare «il riconoscimento e promozione della
struttura naturale della famiglia» oltre alla tutela della vita
in tutte le sue fasi e alla libertà di educazione, che Pisapia
non inserisce nemmeno tra le ultime cose da fare.
Tuttavia l’arcidiocesi di Milano non ha ricordato ai fedeli
queste contraddizioni. Ha criticato, per bocca del vicario
monsignor Eros Monti, «una campagna elettorale dai toni
particolarmente accesi». Ha invitato a tralasciare «emotività e
frasi a effetto» per concentrarsi sulla «qualità della vita
delle persone». Alla vigilia del voto ha sollecitato una pausa
di silenzio. E la curia ha dato il buon esempio, tacendo sui
programmi dei candidati.
Quello che in arcivescovado si pensa ma non si dice è contenuto
in un appello firmato da 270 aderenti all’associazione «per il
cambiamento nell’amministrazione della città», ispirato «dai
nostri valori e da quanto ci continua a indicare il nostro
arcivescovo Dionigi Tettamanzi». Tra i firmatari compaiono,
accanto a Vittorio Agnoletto e all’ex leader dell’Ulivo milanese
Sandro Antoniazzi, anche una decina di preti tra cui don
Virginio Colmegna, direttore della Fondazione Casa della Carità.
L’appello critica duramente l’amministrazione Moratti,
insensibile verso i poveri e gli immigrati, e chiede l’apertura
di una moschea.
Don Colmegna in una lettera al settimanale Tempi ha spiegato i
motivi per cui invita a votare Pisapia: «Il modo (dei
berlusconiani, ndr) di propagandare stili di vita che irridono
alla morale», la mancata adesione «alla logica evangelica
dell’ospitalità», «il degrado etico e barzellettiero», il
«sostegno a identità egoistiche e chiuse». Per il sacerdote
milanese che si dedica agli ultimi la questione etica, dei
comportamenti, fa premio su una visione della convivenza civile
(propugnata da Pisapia) opposta a quella cristiana. Si vota in
base alla moralità, non all’idea di persona, di famiglia, di
educazione sollecitata dalla Chiesa.
Sono pochi i 270 firmatari? La loro è una posizione isolata
negli ambienti ecclesiastici milanesi? Tutt’altro. Basta leggere
il Decalogo per la politica milanese, redatto tra gli altri da
Azione cattolica, Acli, Sant’Egidio, e pubblicato in evidenza
sul sito internet della diocesi (assieme a decine di iniziative
per il dialogo, l’accoglienza, il federalismo solidale), quindi
in qualche modo avallato dal cardinale Tettamanzi. Il documento
ribadisce la necessità di un «impegno politico personale
ispirato a principi etici» come la coerenza e la legalità, di
«ascoltare e rappresentare i bisogni dei cittadini», di
«riscoprire l’antica vocazione ambrosiana dell’accoglienza,
dell’attenzione agli ultimi e della solidarietà», di «ricercare
un confronto serio con le opposizioni». E i «valori non
negoziabili» che stanno a cuore a Benedetto XVI? Nemmeno un
piccolo cenno di sfuggita.
La Chiesa ha sempre insegnato che non è
lecito al cristiano appoggiare partiti che su questioni etiche
fondamentali hanno espresso posizioni contrarie all'insegnamento
morale e sociale della Chiesa
Cari amici,
desideriamo precisare - riguardo al tema delle elezioni
politiche - che il nostro obiettivo è unicamente quello di
proporre all'attenzione degli iscritti un orientamento politico
più conforme alla tutela dei valori cristiani e umani.
A noi non interessano i cavilli politici, le maggioranze o le
ipocrisie dell'uno o dell'altro partito: a noi interessa
obbedire alla dottrina sociale della Chiesa Cattolica, la
quale orienta le scelte dei cristiani impegnati nella vita
politica verso quei valori irrinunciabili che stanno alla base
della legge naturale e dei valori non-negoziabili e
indiscutibilmente riconosciuti dalla ragione umana.
Non si tratta di per sé di «valori confessionali», poiché tali
esigenze etiche sono radicate nell’essere umano e appartengono
alla legge morale naturale. Esse non esigono in chi le difende
la professione di fede cristiana.
Tali valori sono:
1) il rispetto della vita umana dal suo
concepimento al suo naturale termine
2) la tutela della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e
donna, a dispetto di qualsiasi altra unione di fatto
3) garanzia della libertà di educazione ai genitori per i propri
figli
4) tutela sociale dei minori e alla liberazione delle vittime
dalle moderne forme di schiavitù (si pensi ad esempio, alla
droga e allo sfruttamento della prostituzione).
5) il diritto alla libertà religiosa e lo sviluppo per
un’economia che sia al servizio della persona e del bene comune,
nel rispetto della giustizia sociale,
6) infine, il grande tema della pace, che è sempre «frutto della
giustizia ed effetto della carità»; essa esige il rifiuto
radicale e assoluto della violenza e del terrorismo e richiede
un impegno costante e vigile da parte di chi ha la
responsabilità politica.
Tali valori non possono essere invertiti in ordine di priorità,
in quanto - per una ovvia logicità - non vi può essere libertà e
pace laddove l'aborto e l'eutanasia sono considerate "conquiste
di civiltà".
La pace scaturisce dal rispetto dei valori della vita, per
questo motivo dobbiamo diffidare da quelle manifestazioni e
classi politiche che amano scendere in piazza per sventolare la
pace, quando poi nei loro programmi di governo viene promosso
l'aborto, considerato "diritto civile", l'eutanasia, la pari
dignità giuridica delle coppie di fatto con la famiglia
naturale, se non addirittura una visione politica in aperto
contrasto con la Chiesa Cattolica e il Suo Magistero.
Occorre prestare particolare attenzione anche a quei partiti le
cui proposte di governo non si discostano di molto
dall'insegnamento della Chiesa, ma che hanno come alleati
politici partiti radicali e laicisti: un cattolico non potrebbe
tollerare la connivenza col male, giacchè è impossibile
un'alleanza etica tra partiti che si ispirano al cattolicesimo e
partiti di natura opposta.
Quando andremo a votare, dunque, la cosa più importante da
tenere in considerazione è verificare se il partito che
desideriamo votare abbia come programma la tutela dei valori
fondamentali nell'ordine che ci è stato proposto dalla Chiesa.
Come vedete, la Chiesa mette il tema della "pace" alla
fine della scala di valori che propone, proprio per farci
capire che la pace non è semplice "assenza di guerra" ma un
frutto di comportamenti eticamente fondati e moralmente
irrinunciabili.
CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA
FEDE
NOTA DOTTRINALE
circa alcune
questioni riguardanti l'impegno e il comportamento dei
cattolici nella vita politica
La Congregazione per la Dottrina della Fede, sentito anche
il parere del Pontificio Consiglio per i Laici, ha ritenuto
opportuno pubblicare la presente “Nota dottrinale circa alcune
questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici
nella vita politica”. La Nota è indirizzata ai Vescovi della
Chiesa Cattolica e, in special modo, ai politici cattolici e a
tutti i fedeli laici chiamati alla partecipazione della vita
pubblica e politica nelle società
democratiche.
---> clicca per visualizzare l'intero
documento <---
Maggio 2011-aggiornamento
Cari amici, desidero con voi analizzare il
tempo che stiamo vivendo per maturare con voi una riflessione
sull'importanza di una necessaria e più profonda conversione.
Scusate se sarò un po' lungo.
Da diverso tempo siamo stati invitati dalla Chiesa e, di
riflesso, dalla lista IdM a pregare per l'Italia. Il Papa ha
voluto rendere pubblica una preghiera speciale per l'Italia
qualche giorno fa, affinchè la Madonna custodisca il popolo
italiano nell'unità e nella pace.
A completamento di questo affidamento il Papa ha voluto
ricordare agli italiani cattolici l'importanza di quei valori
cristiani e naturali che stanno a fondamento di una vera
pacifica convivenza.
La Madonna, dal canto suo, ha a cuore l'Italia, perchè è la
culla del papato, il luogo spiritualmente più importante dove si
trova il vicario di Cristo. Dalle diverse apparizioni mariane
avvenute in Europa si è potuto notare che tracciando con un
segno di matita i luoghi in cui Ella è apparsa, si manifestava
con evidente chiarezza una grande M, come se il nome di Maria
signoreggiasse sull'Europa e particolarmente sull'Italia, cuore
dell'Europa.
La Madonna ci ha più volte invitati alla conversione, ma forse
abbiamo interpretato i suoi messaggi solo sul piano privato
della nostra esistenza. A furia di chiudere la stanza del cuore,
secondo l'insegnamento evangelico, per pregare il Padre Celeste
che vede nel segreto, abbiamo relegato il cristianesimo ad un
fatto privato e soggettivo, invalidandone così - di fatto - il
suo carattere missionario e universale.
Quei regimi totalitari del passato che, pur martirizzando i
credenti, non sono però riusciti ad eliminare il senso di fede
popolare, oggi si sono trasformati in ideologie laiciste che -
non potendo più martirizzare i credenti - preferiscono relegare
nell'ambito privatistico e soggettivo qualunque espressione
religiosa, imponendo però una nuova religione: la religione del
relativismo, che ha i suoi dogmi e i suoi papi, i suoi fedeli e
i suoi articoli indiscutibili di fede.
La cosa raccapricciante, però, è che a questa nuova religione
aderiscono - consapevolmente o meno - molti cattolici,
soprattutto quelli che in privato hanno il vangelo sul comodino,
lo leggono e lo meditano, vanno in chiesa tutte le domeniche e
si vantano di essere fedeli alla moglie, ma che poi di fatto
agiscono in totale disobbedienza a Cristo e alla voce del Suo
Vicario Romano per quanto riguarda la Cosa Pubblica.
Questa nuova specie di "homo catholicus", ultimo anello della
catena evoluzionistica della cosiddetta "fede adulta", si mostra
oggi quale esempio di equilibrio perfetto tra fede e ragione,
tra devozione e laicità, in obbedienza non più al retrogrado
Catechismo Cattolico, ma alla - Dio la benedica - "Costituzione
Italiana".
E così avviene un paradosso: da un lato pregano per l'Italia
"dei valori" (quelli veri, non quelli di Di PIetro),
dall'altro
votano ed eleggono partiti contrari a quei valori e a quel Dio
che pregano.
E' quello che succede oggi, cari amici, nel mondo cattolico.
Che cammino di conversione è quello che prevede rosari, messe e
digiuni, belle parole du questo o quel passo evangelico, ma che
poi si mostra disobbediente alla Chiesa nell'ambito pubblico?
Le nozze gay, la liberalizzazione delle pillole abortive,
l'eutanasia e la fecondazione artificiale sono una postilla
insignificante all'interno di un progetto di rilancio culturale
e sociale, oppure sono la pietra d'inciampo che separa i veri
credenti dai falsi credenti?
Questi sono gli "errori" diffusi nel mondo dalla Russia
comunista, cari amici, secondo le parole profetiche di Maria a
Fatima, altro che la perversione sessuale di questo o di quel
personaggio pubblico!
E invece no. Preferiamo un cattolicesimo "fai-da-te". Un
cattolicesimo stile IKEA: prendi quello che vuoi dal vangelo e
dalla dottrina della Chiesa e te lo monti a casa, te lo cuci
addosso secondo la tua fisionomia, secondo le tue preferenze
politiche, secondo i tuoi interessi.
Non si tratta di essere di destra o di sinistra, si tratta di
essere obbedienti alla Chiesa!
La Chiesa è Madre, cari amici, e non è una semplice struttura di
cui si può fare a meno illudendosi di continuare ad essere
cristiani!
Che senso ha pregare un Pater, Ave e Gloria per la Chiesa e per
il Papa dopo il Rosario, e poi disobbedire alla Chiesa e al
Papa?
Questo significa idolatria. E' un peccato di idolatria, un
peccato mortale, perchè non c'è divisione tra la nostra fede e
la nostra persona. Non sono cose diverse! Una persona comprende
anche la sua fede, e la fede influenza le sue scelte. Altrimenti
non è fede, ma ipocrisia, un modo per placare il desiderio
intimo di Dio, un modo per imbrogliare sè stessi.
I risultati delle ultime votazioni parlano chiaro: ai cattolici
non importano i valori non-negoziabili! Il Papa è un retrogrado,
ancora attaccato ai valori! Ma quali valori? Gli unici valori
sono lo stipendio fisso a fine mese, altro che gli embrioni e i
gay...
Perdonate la durezza, ma stringi stringi è così. Questa è la
fede degli italiani.
Con buona pace del Papa....
Auguri, soprattutto a Milano e a Napoli.
I tre “valori irrinunziabili” dei cattolici
tratto da
http://gheddo.missionline.org/?p=712
Mercoledì scorso 25 maggio ricevo questa posta elettronica
firmata:
“Sono parroco nell’hinterland milanese e ho letto con amarezza e
sconcerto la tua intervista a “il sussidiario.net”. Ne ho
parlato anche con altri confratelli e non ci spieghiamo questa
tua caduta di stile, nonché l’appoggio a quella linea che tutta
la Chiesa finalmente sta a poco a poco scaricando e criticando.
Davvero senza parole, ci dispiace. Ti conoscevamo per una
persona che, mettendosi in gioco e pagando anche personalmente,
facevi ben altre battaglie rispetto a questa di appoggiare una
parte politica che ultimamente ha calpestato il Vangelo in molti
modi. Sinceramente: inspiegabile. E conoscendoti, non vogliamo
ipotizzare altro”. Poi ho ricevuto alcune altre lamentele dello
stesso tenore.
Ho subito risposto: “Caro confratello, grazie della lettera, ma
sinceramente non capisco l’amarezza e lo sconcerto. Mi hanno
chiesto con quali criteri andare a votare e ho ripetuto quanto
hanno detto il Papa e la Cei più volte: il criterio base e
decisivo dev’essere misurato sui princìpi irrinunciabili( o
“valori non negoziabili”), la difesa della vita dalla nascita
alla morte (aborto ed eutanasia soprattutto), la difesa del
matrimonio monogamico tra uomo e donna (cioè la condanna del
riconoscimento giuridico del matrimonio tra omosessuali e delle
coppie di conviventi), la difesa del diritto della famiglia di
scegliere come educare i propri figli (quindi la parità tra
scuola pubblica e scuola privata paritaria)
Credo che su queste cose siamo d’accordo o no? Nota che sono
princìpi irrinunciabili non solo per i cattolici italiani ma di
tutto il mondo. Tu ricordi le grandi manifestazioni dei
cattolici spagnoli, con vescovi e cardinali in prima fila,
contro le leggi varate da Zapatero sull’aborto, il
riconoscimento giuridico del matrimonio tra i gay e le coppie di
fatto, il “divorzio breve”(in 15 giorni), l’eutanasia? Perché
poi la Chiesa abbia preso questa posizione, non oggi ma da
sempre (ricordi la Humanae Vitae di Paolo VI condannata anche da
molti cattolici nel 1968?), è stato più volte spiegato da Papa
Benedetto. La crisi dell’Occidente cristiano è anzitutto una
“crisi antropologica”: cioè si perde il concetto di uomo creato
da Dio, si vuole manipolare il Dna dell’uomo, si vuole creare
l’uomo sano e senza difetti fisici, si distrugge il matrimonio e
la famiglia monogamica, ecc. E questo porta alla barbarie,
l’uomo padrone di se stesso, l’uomo che manipola la natura
dell’uomo creato da Dio, ecc.
Caro don, ho detto solo questo e ho escluso di voler scegliere
una parte politica contro l’altra. Non è colpa mia se una parte
sostiene questi criteri e l’altra vi si oppone con nuove leggi e
nuovi programmi di governo anche comunale. Ogni votazione è
sempre la scelta del meno peggio. Un nuovo De Gasperi ce lo
sognamo!!! E’ vero che ci sono molti altri criteri di giudizio
per le votazioni, ma credo che quelli “irrinunziabili” siano
quelli indicati dalla Chiesa. Mi scuso di questa lunga risposta
e mi spiace dare un’idea sbagliata di me stesso. Ho sempre
sostenuto quello che dice la Chiesa, anche quando andava contro
corrente, ad esempio la Humanae Vitae e nei casi di Vietnam e
altri simili. Ma la storia ha poi dimostrato che Paolo Vi aveva
ragione e non solo in quel caso! Ti saluto cordialmente,
ricordiamoci nelle preghiere, è molto più quello che ci unisce
di quello che, eventualmente, ci divide! Tuo padre Piero Gheddo.
Ecco il testo della mia intervista al quotidiano on line
“ilsussidiario.net” (poi ripresa da “Il Giornale”):
Nella scelta su chi votare, per il cattolico il criterio non è
la simpatia personale, ma le proposte che vengono portate avanti
dai candidati sui temi che la Chiesa oggi ritiene decisivi, in
Italia come in tutto il mondo.
A cosa si riferisce?
Parlo di quei “valori non negoziabili” indicati più volte da
Papa Benedetto XVI e dalla Conferenza Episcopale Italiana come
prioritari: la difesa della vita dal concepimento fino alla
morte naturale, la difesa della famiglia e del matrimonio tra
uomo e donna, la difesa della libertà di educazione e della
libertà religiosa. Non sono temi che la Chiesa sceglie a caso,
c’è una ragione precisa.
Quale?
L’Occidente cristiano sta attraversando una “crisi
antropologica” che riguarda lo stesso concetto di uomo. Se ci si
dimentica infatti che l’uomo è una creatura di Dio si può
arrivare fino a mettere le mani sulla vita e sulla morte,
scivolando verso quella barbarie inseguita da Hitler e da altri
come lui. È questo il punto più importante, tutto il resto,
anche se condivisibile, viene dopo.
Cosa intende dire?
L’ingiustizia sociale non è stata di certo sconfitta, se però
chi si batte per questo sostiene l’aborto, l’eutanasia e
l’equiparazione delle coppie gay o delle coppie conviventi al
matrimonio tra uomo e donna, non andiamo più d’accordo. Da
cattolico non potrei mai votare infatti per un candidato che
porti avanti queste idee, anche se ha in mente molti progetti
meritevoli. La libertà di educare, poi, non è certo un tema
minore. Le famiglie devono poter scegliere alla pari tra scuole
paritarie e scuole pubbliche, come già avviene in Lombardia nel
campo sanitario. Tra l’altro, grazie alle private paritarie,
anche se nessuno lo dice, lo Stato risparmia parecchi miliardi
di euro l’anno. Non è allo Stato, o al Comune, che spetta la
regia di tutto, ma il controllo, per evitare che qualcuno faccia
il furbo. Il primato resta quello dell’individuo e della
famiglia, come dice la Dottrina sociale cattolica.
Padre Piero Gheddo
Osservatorio Politica e Fede
Luglio 2011
GRANDE MOSCHEA/ La giunta Pisapia avvia le trattative
«Una cerimonia per
le unioni di fatto»
Pisapia: «Così manteniamo le promesse fatte, subito un registro
Gay: comune di Milano patrocina GAY Pride
PISAPIA: dopo successo Roma bene sostenere GAY Pride!
Tra i primi provvedimenti adottati, la Giunta di Milano
guidata dal sindaco Giuliano Pisapia ha deliberato il patrocinio
alla manifestazione cittadina del Gay Pride che si terra' il 25
giugno prossimo. Riunitasi oggi per la prima volta la nuova
Giunta di centrosinistra che si e' insediata nel capoluogo
lombardo ha concesso al corteo dell'orgoglio omosessuale di
fregiarsi del logo del Comune.
Pisapia ha difeso la decisione della sua Giunta, ricordando il
recente successo dell'Europride di Roma.
Il
Leoncavallo sarà un simbolo dell'EXPO a spese dei milanesi
Bufera su Pisapia: Stipendi milionari per i portaborse assunti
al Comune, mentre vengono tagliati gli aiuti per le spese dei
libri scolastici.
I rom
presentano il conto al Comune di Milano
GAY: ASSESSORE
MAJORINO, MILANO AVRA' REGISTRO UNIONI DI
FATTO
NAPOLI: Gay Pride, al via il corteo
in testa il sindaco de Magistris
Fra
i temi della giornata il riconoscimento di
pari diritti e doveri e i matrimoni gay
Al via il Campania Pride: con il sindaco
di Napoli Luigi de Magistris ad aprire il
corteo
GAY: A MILANO 'GAIA ZINGAROPOLI', ROM
OMOSESSUALI
in
occasione del Christopher Street Day, Pride Milano 2011 ci sara'
l'incontro "Gaia zingaropoli! Dalle paure alle libere diversita'."
Si tratta di un confronto con i primi cittadini Rom che si
dichiarano gay, per il quale l'appuntamento e' presso i Giardini
di Indro Montanelli, lato porta Venezia, al quale parteciperanno
Patrizia Quartieri, Consigliere Comunale del Comune di Milano
Intervista a Maria
Grazia Guida, vicesindaco di Pisapia.
«Abbiamo sostenuto il patrocinio al Gay Pride all’unanimità,
perché viviamo in una città aperta alle soggettività, che non
tollera ma valorizza le diversità. Non c’è stata neanche
discussione».
Come "cattolica", sulla base della dottrina della Chiesa, non ha
vissuto una difficoltà nel concedere il patrocinio a una
manifestazione di orgoglio omosessuale?
«Perché, scusi, che cosa dice la Chiesa sugli omosessuali? Il
Vangelo parla a tutti gli uomini, indipendentemente dal loro
orientamento sessuale».
La
sua giunta ipotizza l’istituzione di un registro civile per le
coppie di fatto tra cui anche quelle omosessuali?
«Dal punto di vista sociologico la nostra città deve affrontare
situazioni molto diverse. Ne dobbiamo tenere conto per tutelare
le miriadi di forme in cui le persone condividono la vita.>>
Il Gay Pride è stato spesso teatro di offese al Papa, alla
Chiesa, ai sacerdoti. Questo non rende poco opportuno un
patrocinio istituzionale?
«Si prenderanno la responsabilità gli organizzatori.
Gay - Pride,
cartelli contro il Papa. E Vendola è in testa al corteo
Diversi i cartelli
che "sbeffeggiano" Papa Benedetto XVI. Uno dei manifestanti ha
un cartellone dove si vede la foto del Pontefice in mutande e
col reggicalze e sotto la scritta "veste Prada, ma è amica di
Satana
L'Iitalia dei
valori: libertà e democrazia "Questa è una grande manifestazione
per la democrazia e la libertà dove migliaia di persone
partecipano perchè si riconoscono nei diritti, non solo degli
omosessuali, ma di tutti". Lo affermano in una nota congiunta il
responsabile dei diritti civili dell’Italia dei Valori, Franco
Grillini, e l’onorevole Silvana Mura, che sfilano per l’Europride.
"Chi ha contestato questa manifestazione - proseguono - è senza
vergogna, perché si tratta delle stesse persone che non hanno
aperto bocca di fronte ai bunga bunga del presidente del
Consiglio con le minorenni. La stessa presenza di Lady Gaga,
incoraggiata dall’ambasciata americana e dallo stesso segretario
di Stato americano, è uno schiaffo a chi non vuol permettere a
questo Paese di mettersi al passo con l’Europa, riconoscendo a
tutti gli stessi diritti".
Vendola: bisogno di paese che rispetti la diversità "Abbiamo
bisogno di vivere in un paese che rispetti le diversità, non
sono una minaccia ma una ricchezza". Lo ha detto il leader di
Sel Nichi Vendola al suo arrivo alla testa del corteo dell’Europride.
Per il presidente della Puglia essere oggi "all’Europride
significa testimoniare la necessità che l’Italia possa diventare
europea, adeguando i propri standard di diritti civili. Il
nostro è un paese in cui si fa fatica anche a bandire
l’omofobia, che è stata sdoganata, vive perfino nel lessico
istituzionale
11 giugno 2011
NDR:
Profezia della Beata Anna Maria Taigi ('700):
" [...]dopo questi segni, quando si sarà vicini alla fine, il
Drago sarà sciolto e la Divina Madre inviterà alla penitenza e
gli uomini senza tener conto dei Celesti moniti andranno per le
vie della Eterna Città Santa bagnata dal Sangue dei
Principi(Apostoli), portando la Lussuria in processione; e il
Padre della Menzogna sarà a loro capo. Sacrilegi compiranno
contro i tempi del Santo Spirito e contro la Religione: gli
uomini si vestiranno da donne e le donne si vestiranno da uomini
la Voce del Santo Vicario non sarà ascoltata e l' Alma Sua
figura sara fatta oggetto di scherno e risa, allora il Drago che
già ha preso possesso del suo regno istillerà lumi alle menti
degli a lui soggetti per diffondere l'alito pestilento della
Lussuria ove il Beatissimo pose Sede e per diffondere e
moltiplicare l'opera sua nefanda di distruzione e perdizione,
dovrà allora dalla Cristianità implorarsi la Misericordia di Dio
e fare Orazione per la Chiesa Militante domandando aiuto alla
Madre Santa e offrendo penitenze e sacrifici [...]"
Pisapia non commenta la liberazione di Battisti-Contestato il
giornalista.
Un
giornalista del Tg1 chiede un commento sulla scarcerazione di
Battisti ma il neosindaco glissa. E dalla platea piovono
contestazioni
MILANO - Via le
pattuglie di militari dalle strade di Milano: a lanciare la
proposta è il consigliere comunale di Pisapia, Mirko Mazzali,
noto come «l'avvocato dei centri sociali», che chiede di
archiviare nel capoluogo lombardo la stagione del progetto
«Strade Sicure»
Milano: Gli autonomi bloccano la Messa
Botte ai fedeli per difendere i gay
Incursione di antagonisti in chiesa durante una messa, per
contestare le posizioni in materia di omosessualità del parroco.
E per inneggiare a Pisapia «liberatore di Milano». I fedeli
hanno reagito, ne è nato un parapiglia poi la fuga prima
dell’arrivo della polizia. «La protervia dei Centri sociali dopo
la vittoria del centro sinistra ha raggiunto toni mai visti in
città» puntualizza l’ex vice sindaco Riccardo De Corato.
Teatro della bravata la chiesa di San Giuseppe Calasanzio, in
via don Gnocchi 16, zona San Siro. Qui infatti è parroco padre
Alberto, molto attivo nel combattere il disagio giovanile.
Troppo, secondo i suoi accusatori, perché avrebbe sostenuto che
l’omosessualità è una malattia, curabile con colloqui con
psicologi. Ieri a mezzogiorno il sacerdote stava celebrando
messa con il vescovo ausiliario Marco Ferrari e don Vittorio De
Paoli, in onore dell’immagine della Madonna Pellegrina di
Fatima, arrivata a fine aprile dal Portogallo.
«La messa era appena iniziata quando questi giovani, vestiti in
maniera “alternativa” hanno fatto irruzione in chiesa urlando
slogan» racconta don Vittorio. I ragazzi hanno srotolato uno
striscione con su scritto «Padre Alberto, curati tu» gridando
«Fuori i preti» e «Chiudete le chiese». La scena ha paralizzato
un po’ tutti per qualche istante, compreso il vescovo che ha
bloccato la funzione. «Poi i fedeli hanno reagito, invitando i
ragazzi a uscire - prosegue don Vittorio -. Ne sono nati
alterchi, con scambi di insulti e qualche energico spintone. Un
giovane parrocchiano è anche svenuto dalla paura».
In qualche modo comunque gli invasori hanno lasciato la chiesa
seguiti da alcuni fedeli con cui il battibecco è continuato sul
sagrato. «Qualche nostro parrocchiano, forse un po’ troppo
infervorato, li ha accusati di fare la voce grossa perché si
sentono le spalle coperte dopo la vittorio di Giuliano Pisapia e
loro hanno prontamente replicato “Pisapia ha liberato Milano e
adesso ne vedrete delle belle”. Poi mentre qualcuno chiamava il
113 i ragazzi sono spariti». Gente evidentemente esperta che ha
calcolato al secondo i tempi di intervento delle forze
dell’ordine. Non sono ancora stati individuati anche se la
vicinanza con il centro sociale «Cantiere» farebbe sorgere più
di qualche sospetto.
«Questi ragazzi hanno dimostrato di avere una rabbia dentro che
mi ha veramente scosso. Per questo subito dopo ho invitato i
fedeli a dire una preghiera per loro. Io sono solo un povero
parroco e non so come raggiungere il sindaco. Vorrei infatti
spiegarli come viene speso il suo nome, perché non credo neppure
lui ne sarebbe contento, e per chiedergli di intervenire in
qualche modo. Temo infatti che queste irruzioni possano divenire
una costante».
Stesso timore di Riccardo De Corato: «Prima la cagnara sotto
casa mia, ora l’irruzione in una chiesa. Non era mai successo
prima e dimostra l’arroganza dei centri sociali dopo la vittoria
di Pisapia. In seguito ai segnali di apertura dell’arcivescovo
Dionigi Tettamanzi al centrosinistra, questo è il modo in cui
gli antagonisti intendono la disponibilità della Curia. Invito
il sindaco a chiedere al Prefetto un tavolo sulla sicurezza e
l’ordine pubblico, per evitare che questi episodi si ripetano e
in forma sempre più violenta». La reazione del neo sindaco è
arrivata in serata e attraverso il suo portavoce che nega gli
antagonisti abbiano inneggiato a Pisapia.