MARZO
Mese
dedicato a S. Giuseppe
La
devozione a San Giuseppe, sposo di Maria, padre putativo
di Gesù e patrono della Chiesa, è ricca di
grazie, di conforti, di esempi. Ecco un utile richiamo delle
pratiche più frequenti in onore di San Giuseppe:
1)
OGNI GIORNO - Recitare con fede e preservanza la
breve giaculatoria in favore dei morenti:
"S.Giuseppe, padre putativo di Gesù Cristo e
vero sposo di Maria Vergine, prega per noi e per gli agonizzanti
di questo giorno e di questa notte";
unendo l'invocazione: "S.Giuseppe, prega per me",
con un Pater, Ave, Gloria; si lucrano così, preziose
indulgenze parziali.
Recitare ogni giorno la preghiera del Sacro Manto.
2)
OGNI SETTIMANA - Distinguere e santificare con
fioretti ed opere buone, soprattutto con la S. Comunione,
i mercoledì dell'anno dedicati a S.Giuseppe.
3)
OGNI MESE - Celebrare con particolare fervore il
primo mercoledì del mese, accostandosi ai Sacramenti
della Riconciliazione e all'Eucaristia.
Il
demonio ha sempre temuto la vera devozione a Maria poiché
è "segno di predestinazione", secondo le
parole di sant'Alfonso. Allo stesso modo teme la vera devozione
a San Giuseppe [...] perché è la strada più
sicura per andare a Maria. Così il demonio [... fa]
credere ai devoti ottusi di spirito o disattenti che
pregare San Giuseppe va a scapito della devozione per Maria.
Non
dimentichiamo che il demonio è bugiardo. Le due devozioni
sono, invece, inseparabili».
Santa
Teresa d'Avila nella sua «Autobiografia» scrisse:
«Non so come si possa pensare alla Regina degli Angeli
e al molto da lei sofferto col Bambino Gesù, senza
ringraziare San Giuseppe che fu loro di tanto aiuto».
E ancora:
«Non
mi ricordo finora di averlo mai pregato di una grazia
senza averla subito ottenuta. Ed è cosa che fa meraviglia
ricordare i grandi favori che il Signore mi ha fatto e i
pericoli di anima e di corpo da cui mi ha liberata
per l'intercessione di questo Santo benedetto.
Ad
altri sembra che Dio abbia concesso di soccorrerci in questa
o in quell'altra necessità, mentre ho sperimentato
che il glorioso San Giuseppe estende il suo patrocinio su
tutte. Con ciò il Signore vuol darci a intendere
che, a quel modo che era a lui soggetto in terra, dove egli
come padre putativo gli poteva comandare, altrettanto gli
è ora in cielo nel fare
tutto
ciò che gli chiede. [...]
Per
la grande esperienza che ho dei favori di San Giuseppe,
vorrei che tutti si persuadessero ad essergli devoti.
Non ho conosciuta persona che gli sia veramente devota e
gli renda qualche particolare servizio senza far progressi
in virtù. Egli aiuta moltissimo chi si raccomanda
a lui. E già da vari anni che nel giorno della sua
festa io gli chiedo qualche grazia e sempre mi sono vista
esaudita. Se la mia domanda non è tanto retta, egli
la raddrizza per il mio maggior bene. [...]
Chi
non mi crede ne faccia la prova, e vedrà per esperienza
come sia vantaggioso raccomandarsi a questo glorioso
Patriarca ed essergli devoto».
I
motivi che ci devono spingere ad essere devoti di San Giuseppe
sono sintetizzabili nei seguenti:
1)
Sua dignità di Padre putativo di Gesù, di
vero Sposo di Maria SS. e di Patrono universale della Chiesa;
2) Sua
grandezza e santità superiore a quella di ogni altro
Santo;
3)
Sua potenza d'intercessione sul cuore di Gesù e di
Maria;
4)
L'esempio di Gesù, di Maria e dei Santi;
5)
Il desiderio della Chiesa che istituì in suo onore
due feste: il 19 Marzo e il primo Maggio (quale Protettore
e Modello degli operai) e indulgenziò tante pratiche
in suo onore;
6)
Il nostro vantaggio. Santa Teresa dichiara: «Non ricordo
di avergli chiesta alcuna grazia senza averla ricevuta...
Conoscendo per lunga esperienza il meraviglioso potere che
ha presso Dio vorrei persuadere tutti a onorarlo con culto
particolare»;
7)
Attualità del suo culto. «Nell'epoca del rumore
e dello strepito, è il modello del silenzio; nell'epoca
dell'agitazione senza freno, è l'uomo della preghiera
immobile; nell'epoca della vita in superficie, è
l'uomo della vita in profondità; nell'epoca della
libertà e delle rivolte, è l'uomo dell'obbedienza;
nell'epoca della disorganizzazione delle famiglie è
il modello della dedizione paterna, della delicatezza e
della fedeltà coniugali; nell'epoca in cui sembrano
contare solo i valori temporali, è l'uomo dei valori
eterni, i veri"».
Ma
non possiamo andare oltre senza aver prima ricordato quanto
dichiara, decreta in perpetuo (!) e raccomanda il grande
Leone XIII, devotissimo di San Giuseppe, nella sua enciclica
"Quamquam pluries":
«Tutti
i cristiani, di qualunque condizione e stato, hanno ben
motivo di affidarsi e abbandonarsi all'amorosa tutela di
San Giuseppe. In lui i padri di famiglia hanno il più
alto modello di vigilanza e provvidenza paterna; i coniugi
un perfetto esemplare di amore, di concordia e di fedeltà
coniugale; i vergini il tipo e, nello stesso tempo
il difensore dell'integrità verginale. I nobili,
ponendosi innanzi agli occhi l'immagine di San Giuseppe,
imparino a conservare la loro dignità anche nell'avversa
fortuna; i ricchi comprendano quali sono i beni che occorre
desiderare con ardente brama e radunare con impegno.
I
proletari, gli operai e coloro che hanno poca fortuna, ricorrano
a San Giuseppe per un titolo o diritto loro tutto particolare
e imparino da lui quello che debbono imitare. Infatti Giuseppe,
sebbene di stirpe regale, unito in matrimonio con la più
santa ed eccelsa tra le donne, padre putativo del Figlio
di Dio, passò la vita sua nel lavoro e procurò
il necessario per il sostentamento dei suoi con l'opera
e l'arte delle sue mani. Se dunque ben si osserva, la condizione
di coloro che sono in basso, non è per nulla abietta;
e il lavoro dell'operaio, lungi dall'essere disonorante,
può invece essere molto nobilitato [e nobilitante],
se viene unito alla pratica delle virtù. Giuseppe,
contento del poco e del suo, sopportò con animo forte
ed elevato le privazioni e le strettezze inseparabili
dal suo modestissimo vivere; ad esempio del Figlio suo,
il quale, essendo Signore di tutte le cose, assunte le sembianze
del servo, abbracciò volenterosamente la massima
povertà e la mancanza di ogni cosa. [...] Decretiamo
che in tutto il mese di Ottobre, alla recita del Rosario,
da Noi già altre volte prescritta, si aggiunga l'orazione
a San Giuseppe, di cui riceverete la formula assieme a questa
enciclica; e che ciò si faccia ogni anno, in perpetuo.
A quelli
che devotamente reciteranno la suddetta orazione, concediamo
l'indulgenza di sette anni e di sette quarantene ogni
volta.
E’
molto vantaggioso e altamente raccomandabile consacrare,
come già si fa in vari luoghi, il mese di Marzo a
onore di San Giuseppe, santificandolo con quotidiani esercizi
di pietà. [...]
Raccomandiamo
inoltre a tutti i fedeli [...] il 19 Marzo [...] di santificarlo
almeno in privato, ad onore del santo Patriarca, come fosse
giorno festivo».
E
il Papa Benedetto XV incalza: «Poiché questa
Santa Sede ha approvato diverse maniere con cui onorare
il Santo Patriarca, si celebrino con maggiore solennità
possibile il Mercoledì ed il mese che gli è
dedicato».
Quindi
la Santa Madre Chiesa, per mezzo dei suoi pastori ci raccomanda
due cose in particolare: la devozione al Santo e il prenderlo
a nostro modello.
«Imitiamo
la purezza, l'umanità, lo spirito di preghiera
e di raccoglimento di Giuseppe a Nazareth, dove egli visse
con Dio, come Mosè nella nube (Ep.).
Imitiamolo
anche nella devozione a Maria: «Nessuno, dopo
Gesù, conobbe più di lui la grandezza
di Maria, l'amò più teneramente e desiderò
di farla tutta sua e di darsi tutto a Lei. Egli infatti
si consacrò a Lei nel modo più perfetto, col
vincolo del matrimonio. Le consacrò i suoi beni mettendoli
a sua disposizione, il suo corpo mettendolo a suo servizio.
Non amò nulla e nessuno, dopo Gesù, più
di Lei e fuori di Lei. La fece sua Sposa per amarla, la
costituì sua Regina per aver l'onore di servirla,
riconobbe in Lei la sua Maestra per seguire, docile come
un bambino, i suoi insegnamenti; la prese come suo
Modello per ricopiare in sè tutte le sue virtù.
Nessuno più di Lui conobbe e riconobbe di dovere
tutto a Maria».
Ma,
si sa, momento culminante della nostra vita è quello
della morte: da esso dipende infatti tutta la nostra eternità,
o di Paradiso con gl'inesprimibili suoi godimenti o d'inferno
con gl'indicibili suoi dolori.
Importante
è quindi avere allora l'assistenza e il patrocinio
di un Santo che in quei momenti ci aiuti e ci difenda dai
terribili ultimi attacchi di Satana. La Chiesa, divinamente
ispirata, con premura e solerzia di Madre, ha pensato bene
di costituire come Santo Protettore dei suoi figli nell'ora
dell'agonia San Giuseppe, il Santo ch'ebbe il meritato premio
di essere assistito, nel momento del suo trapasso, da Gesù
e da Maria. Con questa scelta la Santa Madre Chiesa vuole
assicurarci la speranza di avere al nostro capezzale San
Giuseppe, che ci soccorra in compagnia di Gesù e
di Maria, lui che ne ha sperimentato l'infinita potenza
ed efficacia. Non per nulla gli ha dato quindi il titolo
di «Speranza degl'infermi» e di «Patrono
dei moribondi».
«San
Giuseppe [...], dopo avere avuto l'insigne privilegio di
morire tra le braccia di Gesù e di Maria, a sua volta,
assiste sul loro letto di morte, in modo efficace e
dolce, quanti lo invocano per ottenere una santa morte».
«Quale
pace, quale dolcezza sapere che c'è un patrono, un
amico della buona morte... che non chiede altro che d'esservi
vicino! È pieno di cuore ed è onnipotente,
sia in questa vita che nell'altra! Non comprendete l'immensa
grazia di assicurarvi la sua speciale, dolce e potente protezione
per il momento del trapasso?».
«Vogliamo
assicurarci una morte tranquilla ed in grazia di Dio? Onoriamo
San Giuseppe! Egli, quando saremo sul letto di morte, verrà
ad assisterci e ci farà superare le insidie del demonio,
il quale farà di tutto per avere la vittoria finale».
«È
del massimo interesse per tutti vivere questa devozione
verso il "Patrono della buona morte!"».
Santa
Teresa d'Avila non si stancava mai di raccomandare
di essere molto devoti di San Giuseppe e a dimostrazione
dell'efficacia del suo patrocinio, narrava: «Ho osservato
che al momento di rendere l'ultimo respiro, le mie figlie
godevano pace e tranquillità; la loro morte era simile
al dolce riposo dell'orazione. Nulla indicava che il loro
interno fosse agitato da tentazioni. Quei lumi divini liberarono
il mio cuore dal timore della morte. Morire, mi pare adesso
la cosa più facile per un'anima fedele».
«Ancora
di più: possiamo ottenere che San Giuseppe vada ad
aiutare anche i parenti lontani o dei poveri empi, degli
increduli, dei peccatori scandalosi... Domandiamogli
di andare a suggerire ciò che li attende. Porterà
loro i soccorsi efficaci per comparire perdonati davanti
al Sommo Giudice, di cui non ci si prende gioco! Se si sapesse
questo!...»
«Raccomandate
a San Giuseppe quelli a cui volete assicurare ciò
che sant'Agostino definisce la grazia delle grazie, una
buona morte, e state pur certi che andrà in loro
soccorso.
Quante
persone faranno una buona morte perché sarà
stato invocato per loro San Giuseppe, il grande Patrono
della buona morte!...»
San
Pio X, conscio dell'importanza del momento del trapasso,
ordinò di porre bene in vista un invito che sollecitasse
i celebranti a raccomandare nella santa Messa tutti i moribondi
del giorno. Non solo, ma favorì con ogni mezzo tutte
quelle istituzioni che si prefiggessero come cura particolare
l'assistenza ai moribondi, arrivò persino a dare
l'esempio iscrivendosi egli stesso alla confraternita dei
«Sacerdoti del transito di San Giuseppe», che
aveva la sua sede sul Monte Mario: suo desiderio era che
si formasse una ininterrotta catena di Messe che in ogni
momento del giorno e della notte venissero celebrate a pro
dei moribondi.
Si
deve certo alla bontà di Dio, l'avere ispirato al
Beato Luigi Guanella la santa iniziativa di costituire la
Pia Unione del «Transito di San Giuseppe». San
Pio X l'approvò, la benedisse e le diede grande
incremento. La Pia Unione si propone di onorare San Giuseppe
e di pregarlo in particolare per tutti i moribondi, ponendoli
sotto la protezione di San Giuseppe, nella certezza
che il Santo Patriarca salverà le loro anime.
A questa
Pia Unione possiamo iscrivere non solo i nostri cari, ma
anche altre persone, atei, conviventi, scandalosi, pubblici
peccatori..., pure a loro insaputa.
Benedetto
XV, da parte sua, insiste: «Siccome Egli è
singolare Protettore dei moribondi, si suscitino principalmente
quelle pie Associazioni, che furono fondate allo scopo di
pregare per i moribondi».
Coloro
che hanno a cuore la salvezza delle anime, offrano
a Dio sacrifici e preghiere, per mezzo di San Giuseppe,
affinché la Divina Misericordia abbia pietà
dei peccatori ostinati che sono in agonia.
A
tutti i devoti si raccomanda di recitare mattina e sera
la seguente giaculatoria:
O
San Giuseppe, Padre putativo di Gesù e vero Sposo
di Maria Vergine, prega per noi e per tutti i moribondi
di questo giorno (o di questa notte).
Le
pratiche devozioriali, con le quali onorare San Giuseppe,
e le preghiere per ottenere la sua potentissima assistenza
sono tantissime; ne suggeriamo alcune:
1)
Devozione al NOME di San Giuseppe;
2)
NOVENA;
3)
MESE (ebbe origine a Modena; fu scelto Marzo perchè
vi ricorre la festa del Santo, benchè si possa scegliere
altro mese o iniziarlo il 17 Febbraio con le indulgenze
del mese di Maggio);
4)
FESTE: 19 Marzo e 1 ° Maggio;
5)
MERCOLEDI': a) Primo Mercoledì, facendo qualche pio
esercizio; b) Ogni Mercoledì qualche preghiera in
onore del Santo;
6)
LE SETTE DOMENICHE precedenti la festa;
7)
LITANIE (sono recenti; approvate per tutta la Chiesa nel
1909).
San
Giuseppe era povero. Chi volesse onorarlo in questo suo
stato, potrebbe farlo beneficando i poveri. Taluni lo fanno
offrendo il pranzo a un certo numero di bisognosi o a qualche
famiglia indigente, il Mercoledì o in un giorno festivo
dedicato al Santo; altri invitando un poverello in casa
propria, dove lo fanno pranzare trattandolo con ogni riguardo,
come se fosse un membro della famiglia.
Altra
pratica è quella di offrire il pranzo in onore della
Sacra Famiglia: si scelgono un uomo povero che rappresenti
San Giuseppe, una donna bisognosa che rappresenti la Madonna
e un ragazzino povero che rappresenti Gesù. A tavola
i tre poverelli sono serviti dai familiari e trattati con
il massimo rispetto, come se fossero veramente la Vergine,
San Giuseppe e Gesù in persona.
In
Sicilia questa pratica va sotto il nome di «Verginelli»,
quando i poveri scelti sono dei bambini, che, per la loro
innocenza, in onore della Verginità di San Giuseppe,
vengono detti appunto verginelli, cioè piccoli
vergini.
In
certi paesi della Sicilia i verginelli e i tre personaggi
della Sacra Famiglia vengono fatti vestire alla maniera
ebrea, cioè con vesti tipiche della rappresentazione
iconografica della Sacra Famiglia e degli Ebrei del
tempo di Gesù.
Per
impreziosire l'atto di carità con un atto di umiltà
(subendo tanti possibili rifiuti, mortificazioni e umiliazioni)
taluni usano chiedere in elemosina tutto quanto occorre
per il pranzo dei poveri invitati; è comunque auspicabile
che le spese siano frutto di sacrifici.
Ai
poveri scelti (verginelli o Sacra Famiglia) solitamente
viene richiesto di assistere alla Santa Messa e di pregare
secondo le intenzioni dell'offerente; è altresì
prassi comune che tutta la famiglia dell'offerente si unisca
agli atti di pietà richiesti ai poveri (con Confessione,
Santa Messa, Comunione, preghiere varie...).
Per
San Giuseppe la Chiesa ha formulato orazioni particolari,
arricchendole d'indulgenze. Eccone le principali da recitarsi
spesso e possibilmente in famiglia:
1.
Le «Litanie di San Giuseppe»: sono un intreccio
di lodi e di suppliche. Si recitino in modo particolare
al 19 di ogni mese.
2.
«A te, Beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione
noi ricorriamo...». Questa preghiera si recita specialmente
nel mese di Marzo e in Ottobre, a chiusura del Santo Rosario.
La Chiesa esorta a recitarla pubblicamente davanti al Santissimo
Sacramento esposto.
3.
«I sette dolori e le sette allegrezze» di San
Giuseppe. Questa recita è assai utile, perché
richiama alla mente i momenti più importanti della
vita del nostro Santo.
4.
L' «Atto di Consacrazione». Questa preghiera
può recitarsi quando si consacra la famiglia a San
Giuseppe ed a chiusura del mese a Lui consacrato.
5.
La «Preghiera per la buona morte». Poiché
San Giuseppe è il Patrono degli agonizzanti, recitiamo
spesso quest' orazione, per noi e per i nostri cari.
6.
Si raccomanda anche la seguente preghiera:
«San
Giuseppe, nome soave, nome amoroso, nome potente, delizia
degli Angeli, terrore dell'inferno, onore dei giusti! Purificatemi,
fortificatemi, santificatemi! San Giuseppe, nome dolcissimo,
siate il mio grido di guerra, il mio grido di speranza,
il mio grido di vittoria! A voi mi affido in vita ed
in morte. San Giuseppe, pregate per me!»
«Esponete
in casa la sua immagine. Consacrategli la famiglia e ciascuno
dei figli. Pregate e cantate in suo onore. San Giuseppe
non tarderà a far piovere le sue grazie su tutti
i vostri cari. Provate - come dice Santa Teresa d'Avila-
e vedrete!»
«In
questi «tempi ultimi» in cui i demoni sono scatenati
[...] la devozione a San Giuseppe prendiamola seriamente.
Lui che salvò la Chiesa nascente dalle mani del crudele
Erode, saprà oggi strapparla dagli artigli dei demoni
e da tutti i loro artifizi».
Novene
- Corone - Tridui 28/2-8/3
Novena Madonna dei Miracoli 28/2-8/3
Novena a S. Domenico Savio 1-31
Sacro Manto di S.Giuseppe 4-12
Novena a S.Francesco Saverio 8-14
I sette dolori e gioie di S.Giuseppe 10-18
Novena a S.Giuseppe 16-24
Novena dell'Annunciazione 20
Coroncina a S.Giuseppe 23
Sette suppliche a S.Giuseppe 29-31
Triduo di ringraziamento a S.Giuseppe 31
Chiusura del Sacro Manto
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